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Riscatto della laurea: è una strada da percorrere per investire sul proprio futuro?

Chi sceglie di investire sul proprio percorso accademico può essere spinto da diverse motivazioni, una fra tutte è legata senza alcun dubbio alla sete di conoscenza. Tra le altre ragioni che inducono a intraprendere una carriera universitaria per conseguire un titolo di studio vi è in primis la promessa di un futuro migliore, ovvero quella di poter trovare sbocchi nel mondo del lavoro che garantiscono di svolgere la professione per la quale ci si sente maggiormente inclini, nonché di godere di una stabilità economica e di uno stipendio più elevato. Anche se al giorno d’oggi sono aumentate le persone che scelgono invece di non optare per l’università di tipo tradizionale, bensì preferiscono master con formule più brevi e percorsi lavorativi non standard, anche a causa della diffusione della gig economy e della maggiore precarietà, sono comunque in crescita le iscrizioni agli atenei di tutto il Bel Paese. Di fatto il percorso di laurea rimane la strada migliore per garantirsi un futuro più solido. Tuttavia, proprio nell’ottica di pensare agli anni che verranno, la laurea comporta un ingresso ritardato nel mondo del lavoro e di conseguenza anche il posticipo del momento in cui si cominciano a versare i contributi. Ne deriva perciò che a livello di prospetti pensionistici questo può comportare una maggiore incertezza. Ecco dunque spiegato perché sempre più persone dimostrano un grande interesse nei confronti della formula di riscatto della laurea, che è stata oggetto negli ultimi anni di diverse revisioni. Scopriamo di seguito quali sono i pro e i contro del riscatto della laurea, nonché a quali individui potrebbe effettivamente convenire questa opportunità.

Riscatto della laurea: cos’è e quali formule prevede?

Anzitutto è utile comprendere cosa si intende quando si parla di riscatto della laurea. Con quest’espressione si indicano i contributi integrativi volti di fatto a recuperare tutti gli anni accademici che hanno posticipato l’ingresso nel mondo del lavoro: l’obiettivo è dunque quello di riuscire ad anticipare il momento della pensione a fronte di uno scenario economico e previdenziale sempre più incerto. Per il 2024 sono state introdotte alcune novità interessanti che hanno ampliato le possibilità di scelta a disposizione per tutti coloro che sono interessati al riscatto della laurea. È in particolare la formula di tipo agevolato a destare la maggiore curiosità in quanti voglio non trovarsi a dover gestire spiacevoli sorprese negli anni a venire. il riscatto agevolato comporta una spesa di all’incirca 5.250 lordi per ogni anno che viene recuperato con una formula rateizzabile fino a dieci anni con una detrazione fiscale pari al 45%. Nel caso della formula ordinaria, invece, la spesa da sostenere può arrivare a moltiplicarsi fino a 4 o 5 volte. Parlare con un centro di assistenza fiscale oppure con il commercialista di fiducia aiuterà a delineare un prospetto realistico da studiare, al fine di comprendere se vale davvero la pena o meno di iniziare a riscattare la laurea. In linea generale è possibile affermare che la formula agevolata conviene al di sopra di una determinata soglia, che parte in media dai 18mila euro lordi l’anno. Più si riesce a pagare e maggiori sono i contributi versati: questa considerazione deve essere tenuta a mente, perché in molti casi può invece risultare più vantaggiosa proprio la formula ordinaria.

A chi conviene davvero il riscatto della laurea?

Al di là delle specifiche formule, che possono sempre cambiare di anno in anno a seconda delle volontà del legislatore, nonché della reale convenienza in termini di calcoli, che ovviamente non possono essere declinati in termini generali in quanto sono strettamente legati alla situazione personale, al reddito e alle prospettive future, è possibile comunque cercare di tracciare delle considerazioni più ampie. L’obiettivo è quello di aiutare tutti coloro che stanno valutando quest’opzione ad avere una maggiore chiarezza in tal senso. Gli aspetti da valutare sono infatti i criteri che possono determinare il risultato di un’analisi costi-benefici basato sulla propria situazione. Uno dei più importanti è senza dubbio il punto in cui ci si trova a livello di contributi già versati. Chi si trova ormai vicino alla conclusione del proprio percorso lavorativo ed è intenzionato ad anticipare il momento in cui potrà entrare in pensione è sicuramente molto interessato a quest’alternativa. È importante tuttavia valutare che la maggiore anzianità corrisponde a uno stipendio più alto. Ciò significa che il costo del riscatto in forma ordinaria potrebbe essere decisamente molto più alto in quanto proporzionale al reddito. Per questo motivo sono spesso incentivati a optare per il riscatto della laurea tutti coloro che hanno appena conseguito il titolo di studio universitario. Tra quest’ultimi rientrano anche gli inoccupati, ovvero quanti non hanno ancora iniziato un’attività lavorativa e di fatto dunque non risultano iscritti al sistema di gestione previdenziale.

Pro e contro: considerazioni finali sul riscatto della laurea

Una valutazione complessiva in merito al reale vantaggio collegato all’inizio di un versamento come quello necessario per ottenere il riscatto della laurea non può prescindere in alcun modo dalle prospettive del futuro immediato. Ciò significa ad esempio che se si prevede di non riuscire ad avere la stessa stabilità e continuità di rapporti lavorativi, forse è meglio posticipare la decisione. Chi deve rinunciare ad altre spese vive per riuscire a gestire un investimento di questa portata potrebbe trovarsi ad avere a che fare con una qualità della vita inferiore per alcuni periodi. Se per alcuni ciò comporta un sacrificio lieve, per altri invece può incidere in maniera sostanziale sul reddito a disposizione. In conclusione possiamo affermare senza dubbio che il riscatto della laurea conviene in un’ottica futura a tutti coloro che hanno conseguito questo titolo di studio. Tuttavia, ciò non significa che chiunque possa davvero affrontare questa spesa ogni mese.

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