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Come richiedere un prestito a un istituto di credito o in banca: ecco tutti i passaggi da seguire

Quando si deve affrontare una grande spesa, come l’acquisto di una casa, di un’auto o di qualsiasi altro bene di un certo valore e non si possiede molta liquidità, è necessario ricorrere a forme di credito come il prestito. Si tratta di una soluzione rapida e sicura che permetterà di ottenere la somma di denaro richiesta nel giro di pochi mesi. Ciononostante, per poter ricevere una risposta positiva dall’istituto di credito o dalla banca, occorre provare l’esistenza di alcuni requisiti essenziali, come:

  • maggiore età e non oltre 70 anni
  • residenza in Italia
  • un reddito congruo e dimostrabile, con la specifica del livello di reddito, della professione svolta e spesso anche della busta paga
  • titolarità di un conto corrente
  • assenza di iscrizioni presso l’elenco dei cattivi pagatori.

Come si evince dall’elenco, l’ente richiede alcuni documenti che provano la solidità del cliente, per evitare che una volta erogata la somma di denaro, questi non sia più in grado di restituirla. La banca, infatti, preferisce eseguire numerosi controlli nella fase precedente all’accettazione della pratica, limitando così la possibilità di fare causa al cliente successivamente.

Purtroppo negli anni la procedura è diventata sempre più lenta e complessa, con la conseguenza che anche in caso di mancato pagamento di una bolletta dell’energia elettrica o di qualche rata di una precedente finanziaria, il consumatore pottrebbe vedersi rifiutato il prestito.

Altra documentazione di routine per chiedere un prestito

Se non si ha alcuna problematica particolare, si può passare alla produzione di tutta la documentazione occorrente. A quella elencata prima, occorre aggiungere il documento di identità valido e il codice fiscale, oltre alla copia di altri eventuali finanziamenti personali ancora in corso.

I documenti sono essenziali per la banca che potrà eseguire i controlli su altre posizioni debitorie del cliente, identificando sia la sua situazione reddituale che lavorativa. Alcuni istituti di credito potrebbero richiedere anche altra documentazione per avere un quadro più specifico.

Se la richiesta di prestito arriva da un lavoratore autonomo, la banca avrà bisogno anche dell’ultima dichiarazione dei redditi per verificare la situazione reddituale e la capacità del cliente al pagamento delle rate. Quando, invece, si tratta di un lavoratore dipendente, questi dovrà produrre anche il Cud e l’ultima busta paga, mentre i pensionati documenteranno solo il cedolino della pensione.

Vi è un caso specifico in cui il richiedente deve presentare, oltre a tutti questi documenti, anche un preventivo dei costi del bene. Si tratta del prestito a pagamento finalizzato che riguarda l’ipotesi in cui il cliente intende acquistare un bene, come ad esempio un mezzo meccanico per la propria azienda, eseguire la ristrutturazione del proprio studio professionale o acquistare dei condizionatori in casa. In tali casi egli dovrà presentare il preventivo elaborato dal fornitore, dall’impresa edile o da chi eroga il servizio per attestare la finalità dell’istanza.

La richiesta di garanzie a tutela del consumatore

In fase di richiesta di un prestito, il consumatore può sentire la necessità di stipulare una polizza per tutelarsi in caso di eventi imprevedibili che gli impediscano di pagare in modo regolare le rate. La polizza non è mai obbligatoria ma è senza dubbio una soluzione molto consigliata, soprattutto quando il prestito richiesto è piuttosto ingente.

Queste assicurazioni devono essere richieste in modo esplicito prima della sottoscrizione del finanziamento affinché venga calcolato il costo in modo percentuale rispetto all’importo del prestito. Si specifica che tale costo viene addebitato anticipatamente rispetto al pagamento delle rate del finanziamento. Inoltre, nonostante la presenza di una polizza la banca ha sempre facoltà di decidere se erogare o meno quando è in corso un altro prestito presso lo stesso o un diverso istituto di credito.

Infine, ricordiamo che la polizza assicurativa è obbligatoria per legge quando il prestito viene richiesto utilizzando la cessione del quinto.

Cosa succede dopo la stipula del prestito

Una volta ottenuto il finanziamento e stipulato il contratto con l’istituto di credito, il consumatore dovrà porre la massima attenzione a rimborsarlo in modo puntuale. Se dovesse non rispettare le scadenze, saltando una o più rate o pagando in ritardo, ci sarebbero due conseguenze: la prima è quella di essere segnato sulla temuta lista dei cattivi pagatori; la seconda, invece, è la possibilità che la banca rescinda il contratto in modo unilaterale.

In quest’ultimo caso toccherebbe al cliente pagare le spese per il recupero della somma, oltre a doversi gravare di una penale. La rescissione del contratto di prestito è un istituto particolarmente gravoso per il debitore che si troverebbe a dover versare comunque una somma di denaro alla banca, con il rischio di essere sottoposto a una procedura esecutiva con conseguente pignoramento dei beni.

Quando, invece, è il cliente a voler esercitare il diritto alla rescissione contrattuale, deve ricorrere alla tutela prevista dal decreto legislativo 141/2010 che norma il diritto di recesso a tutela del consumatore. In via esemplificativa, tale diritto può essere esercitato entro e non oltre 14 giorni dalla stipula del contratto, anche senza penali e senza specifiche motivazioni.

La comunicazione va inoltrata a mezzo raccomandata, con la conseguenza che il debitore dovrà restituire le somme eventualmente già erogate dalla banca entro 30 giorni dall’invio della raccomandata. Ricordiamo che la restituzione comprende anche gli interessi che sono maturati fino a quel momento.

Un’altra soluzione percorribile è quella dell’estinzione anticipata. Si tratta della possibilità di estinguere il prestito prima della scadenza indicata nel contratto, aggiungendo il versamento di una penale non superiore all’1% dell’intera somma già erogata.

Quali sono i criteri di valutazione di un prestito?

Per un consumatore inesperto è difficile valutare la convenienza di un prestito, soprattutto se si ha bisogno urgente di quelle somme. In via generale possiamo affermare che l’analisi deve partire dal TAN e dal TAEG proposti dalla banca. Il TAN è il Tasso Annuale Nominale, che viene espresso su base annua e sempre in percentuale. Esso riguarda il tasso di interesse aggiunto al capitale richiesto e, congiuntamente alla quota capitale versata ogni mese, determina in concreto la rata da versare.

Il TAEG, invece, è il Tasso Annuale Effettivo Globale espresso su base annua in percentuale e ricomprende anche le spese accessorie che il debitore dovrà eventualmente versare. Questi due dati vanno sempre analizzati e considerati, con particolare riguardo al TAEG, che offre al richiedente un quadro completo e più specifico del consto complessivo del prestito.

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