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Consolidamento del debito: una soluzione per gestire meglio i tuoi debiti

Sempre più spesso si sente parlare di consolidamento del debito, ma non tutti hanno le idee chiare sul suo reale significato; molte persone non conoscono questa opportunità per uscire dalla spirale dei debiti contratti con gli istituti finanziari.

Il problema comune a chi deve restituire denaro alle banche, infatti, è riuscire a far quadrare i bilanci senza rimanere indietro con le rate, soddisfare i bisogni primari e, possibilmente, attivare un piano di risparmio per esigenze che potrebbero presentarsi in futuro; tra queste basti ricordare l’accesso a forme di previdenza alternativa.

Di seguito è disponibile una guida su come evitare situazioni di sovraindebitamento e insolvenza grazie al consolidamento, quali sono le opzioni, i vantaggi, le modalità di richiesta e le condizioni proposte dalle società creditizie.

Consolidamento del debito, che cos’è

Questa operazione consiste nell’accorpamento di più finanziamenti in corso (previa analisi da parte dell’istituto di riferimento) in un’unica rata, quasi sempre d’importo complessivo inferiore; una delle conseguenze più evidenti nel breve termine è l’allungamento dei tempi di restituzione alla banca, unitamente a un aumento del potere d’acquisto del richiedente.

I motivi che spingono i clienti a considerare questa soluzione sono essenzialmente tre: l’arrivo di spese improvvise, il cambiamento delle condizioni lavorative dovuto a modifiche contrattuali (ad esempio il passaggio da un orario full time al part-time) e una valutazione non corretta delle proprie possibilità finanziarie.

Le modalità per riunire più rate in una sono il mutuo liquidità (detto anche mutuo consolidamento debiti) e il prestito; si tratta di operazioni a condizioni contrattuali diverse in termini di tempistiche e di tassi d’interesse, ma entrambe valide per estinguere i debiti.

Mutuo consolidamento debiti, ecco perché conviene

Il mutuo liquidità è una valida soluzione per chi deve pagare non solo il mutuo sulla propria casa, ma anche altre 2-3 rate ogni mese e non abbia nel proprio nucleo familiare almeno un’altra persona in grado di produrre reddito.

Uno dei punti di forza di tale opzione è l’estensione della dilazione rispetto a quella pattuita in origine: le tempistiche di estinzione del nuovo debito possono arrivare fino a 20 anni ed è così per buona parte delle rinegoziazioni.

L’importo della nuova quota mensile è inferiore rispetto alla somma delle singole rate già saldate, in quanto uno degli obiettivi è permettere al richiedente di condurre una vita dignitosa

Nella maggior parte dei casi anche le spese di incasso rata e i tassi d’interesse diminuiscono, soprattutto se risulta un’ipoteca su uno o più immobili intestati.

Tutto ciò consente di soddisfare i bisogni essenziali e, in molte situazioni, di mettere qualcosa da parte per il proprio futuro e quello dei figli (fino a 1/3 della pensione o dello stipendio), evitando il sovraindebitamento.

Prestito, l’alternativa al mutuo liquidità

Un’altra strada percorribile per estinguere i debiti è il prestito di consolidamento debiti, con condizioni differenti da quelle definite in precedenza (in genere meno vantaggiose).

Rispetto al mutuo consolidamento debiti questo prodotto finanziario ha una durata massima più limitata (fino a 10 anni) e ha tassi d’interesse più elevati, anche se di solito non superano quelli delle singole rate.

Tale soluzione conviene a chi non ha mutui immobiliari da pagare e ha stipulato contratti di durata limitata (massimo di 3-4 anni) con importi mensili ridotti; alcuni esempi sono l’acquisto di beni di comune impiego (automobile, elettrodomestici, complementi d’arredo) o l’accesso al credito al consumo.

A quanto deve ammontare la rata?

Per rendere veramente sostenibile il mutuo liquidità o il prestito di consolidamento sarebbe bene non superare il 20-25% delle entrate mensili, corrispondenti a 1/5-1/4 dello stipendio; oltre tali limiti il rischio di sovraindebitamento s’innalza notevolmente.

Consolidamento debiti, le variabili controllate dalle banche

Il primo passo da compiere è scegliere l’istituto di credito giusto: onde evitare un aumento del livello di sovraindebitamento, l’utente deve valutare attentamente se la società prende sul serio le sue reali esigenze oppure mira esclusivamente alla vendita di un prodotto finanziario.

Per trovare il fornitore più adatto alle proprie necessità può essere utile leggere le recensioni in rete, cercare le offerte del momento tramite i comparatori online, prendere in considerazione il parere di amici e conoscenti o rivolgersi a un avvocato.

La procedura inoltrare la richiesta, infatti, non è automatica: l’utente deve andare in banca di persona o dare mandato al proprio legale rappresentante; il responsabile della filiale deve verificare che sussistano le condizioni per accedere al consolidamento debiti. In particolare, occorrerà fare degli accertamenti sui seguenti punti:

  • salute finanziaria del richiedente (incluso il punteggio di credito)
  • esistenza o meno di un’ipoteca sulla prima casa o su altri immobili di proprietà
  • presenza di insoluti o crediti in sofferenza
  • motivi che portano verso il mutuo consolidamento debiti o il prestito
  • tipologia di contratto di lavoro (tempo determinato, indeterminato)
  • diritto a eventuali elargizioni statali o, per individui separati, ad assegni di mantenimento da parte dell’ex coniuge
  • reddito e numero di componenti del nucleo familiare.

Tanta accuratezza nei controlli è motivata dal fatto che l’istituto al quale l’utente si rivolge deve prendere in carico contratti provenienti da altre banche, pertanto cerca di limitare al minimo i rischi d’insolvenza.

Sovraindebitamento, quando il piano di consolidamento viene rifiutato?

A volte può succedere che le pratiche di consolidamento del debito non vadano a buon fine, per motivi legati all’esposizione finanziaria del soggetto o al suo punteggio creditizio: l’esistenza di insoluti con le banche, bollette non pagate, rate d’importo troppo elevato rispetto al reale potere d’acquisto o l’utilizzo frequente del fido della carta di credito possono spingere gli istituti finanziari a rifiutare le richieste.

Anche situazioni gravi di sovraindebitamento o provvedimenti giudiziari in corso influiscono negativamente sull’esito della domanda, che in questi casi viene cestinata; in tale eventualità conviene appoggiarsi agli Organismi di Composizione della Crisi (OCC) e rinegoziare i singoli pagamenti con gli istituti di credito, magari richiedendo il supporto di un avvocato specializzato in materia.

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