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Energia geotermica: una soluzione rinnovabile per il riscaldamento e il raffreddamento

Si sente spesso parlare di energia geotermica, ma pochi sanno veramente cosa sia: alcuni, infatti, la confondono con l’energia nucleare o con lo sfruttamento delle falde acquifere.

Essa sfrutta il calore del sottosuolo per rinfrescare gli ambienti domestici, riscaldare l’aria e l’acqua sanitaria, grazie alla realizzazione di sistemi che ne permettono la trasformazione con perdite minime.

Uno dei grandi vantaggi risiede proprio nella quasi totale assenza di dissipazioni nel circuito impianto-strati di crosta terrestre-impianto; a ciò si aggiunge il fatto di essere un’opzione eco-friendly e rinnovabile, con reali prospettive di abbattimento dei costi di esercizio.

Nelle righe che seguono è disponibile una panoramica sul tema, grazie alla quale il lettore potrà comprendere che cos’è l’energia del sottosuolo, quali sono i suoi punti di forza, le caratteristiche degli impianti e una stima dei costi medi da sostenere.

Energia geotermica, la nuova frontiera eco-friendly

Al giorno d’oggi, il calore del sottosuolo si può utilizzare per riscaldare e rinfrescare gli ambienti della propria casa, senza grandi dispersioni; lo sfruttamento della geotermia è reso possibile dall’evoluzione riguardo alle tecnologie impiegate per la sua estrazione, che ha portato alla realizzazione di impianti a circuito chiuso ad alta efficienza.

Si tratta di una fonte di energia rinnovabile, pulita e utilizzabile senza rischi per esseri umani, flora e fauna, parecchio rivalutata in questi ultimi anni di ricerca; ma come funziona e quale principio sfrutta, data l’assenza di fenomeni di combustione e di contatto con le falde acquifere?

Bisogna ricordare che la temperatura della Terra diventa sempre più alta verso il centro, al punto da generare una differenza tra gli strati più esterni e quelli interni, nota come gradiente geotermico: in media, il divario a 1 km di profondità raggiunge facilmente i 30°C.

Nella realizzazione di un sistema a uso domestico, quindi, basterà scavare per 50-150 m sotto terra per ottenere un efficace scambio termico e ottenere ragguardevoli quantità di calore.

Com’è fatto un impianto che sfrutta il calore del sottosuolo?

Per realizzare un sistema geotermico di raffreddamento e riscaldamento sarebbe meglio avere a disposizione una cantina o un seminterrato, in modo da ridurre al minimo eventuali dissipazioni.

Occorre fare degli scavi di profondità non superiore ai 150 m, di diametro poco più esteso a quello delle sonde geotermiche; queste servono per rendere agevole lo scambio di calore tra fluido immesso nel circuito e gli strati della crosta terrestre.

Al momento della risalita il liquido viene convogliato nella pompa di calore (alimentata elettricamente), dove viene riscaldato ulteriormente. A questo punto l’energia termica è pronta per diffondersi negli ambienti di casa e riscaldare l’acqua.

Gli impianti che funzionano con il calore del sottosuolo sono compatibili con i termosifoni?

Generalmente no: i normali caloriferi in ghisa o in alluminio non sono adatti a supportare un sistema geotermico; nel caso in cui l’utente fosse orientato verso l’uso dell’energia del sottosuolo dovrebbe preventivare un nuovo assetto dell’impianto di riscaldamento (ad esempio a pannelli radianti), con calcolo dei relativi costi.

Il sistema geotermico per il raffreddamento

L’energia del sottosuolo è utilizzabile non solo per il riscaldamento dell’aria e dell’acqua sanitaria, ma anche per rinfrescare gli ambienti; i sistemi basati sulla geotermia possono essere di due tipi:

  • a ciclo chiuso, senza scambi di aria al di fuori delle mura di casa, ma mediante condotti interrati
  • a ciclo aperto, con ingresso di aria esterna nella struttura edilizia e dotato di serbatoio per la condensa e-o filtro.

In questo caso il fluido è l’aria, che passando attraverso i pozzi termici (talvolta muniti di ventole per l’aspirazione forzata) si raffredda di 5-10°C prima dell’immissione negli ambienti domestici.

Energia geotermica, i vantaggi

Oltre a non presentare limitazioni geografiche per l’installazione all’interno del territorio italiano, i sistemi geotermici sono compatibili con la stragrande maggioranza delle unità immobiliari, sia indipendenti sia condominiali.

Inoltre lo sfruttamento della geotermia si presta all’uso negli impianti industriali di medie e grosse dimensioni, con notevole risparmio in termini monetari e un minore impatto sull’ambiente: non essendovi bruciatori o dispositivi affini, le emissioni di CO2 sono pari a zero.

Un altro vantaggio è l’assenza di vincoli legati ai combustibili fossili (contrariamente a quanto accadeva in passato), così come la ri-generabilità: quello che avviene è uno scambio termico con un’energia già presente nel sottosuolo e, per sua natura, rinnovabile.

Geotermia, le reali opportunità di risparmio

Il costo d’installazione di un sistema geotermico si aggira tra i 20000 € e i 28000 € per un’unità immobiliare di 100 m², ma può aumentare o diminuire a seconda di altri fattori da valutare in fase di preventivo con l’aiuto di esperti geologi e ingegneri.

Uno di essi è legato al prezzo della pompa di calore, estremamente variabile in base alla complessità del modello; un altro aspetto è relativo all’efficienza dell’isolamento termico, dal quale dipende l’entità delle dispersioni energetiche una volta raggiunta la struttura.

Da non trascurare la tipologia di suolo al di sotto della superficie calpestabile: se il gradiente termico è basso, l’impianto avrà bisogno di più sonde geotermiche o di scavi più profondi, quindi sarà più costoso.

L’investimento iniziale è, in media, recuperabile totalmente nell’arco di 7-8 anni, pertanto conviene per case di proprietà e nelle situazioni in cui si può ottenere un abbattimento significativo dei costi di esercizio.

Una pompa di calore che sfrutta l’energia del sottosuolo consente un risparmio fino al 55-60% rispetto ai sistemi convenzionali: normalmente le spese non vanno oltre i 250-300 € l’anno, una cifra molto bassa se confrontata alle migliaia di euro spese in gasolio, GPL e altri combustibili.

In abbinamento a un sistema foto-voltaico i costi si riducono ulteriormente (in molti casi fino ad azzerarsi), poiché l’energia elettrica necessaria al funzionamento della pompa di calore non proviene da combustibili fossili.

Concludendo, questo tipo d’impianto si presta a un’ampia varietà di situazioni, non inquina e permette di risparmiare nel medio-lungo termine nei piccoli centri urbani come nelle grandi città, dove la percentuale di emissioni è più elevata.

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